La lingua di Cien años de soledad è un territorio in gran parte ancora inesplorato. L'analisi condotta su alcuni aspetti del repertorio lessicale e dello stile del romanzo evidenzia una notevole semplicità e uniformità lessicale, sintattica e stilistica, da cui consegue un alto grado di leggibilità del testo. Inoltre, la variazione sociolinguistica risulta praticamente assente, vista la modesta presenza di forme marcate e di ispanoamericanismi. Tali caratteristiche, unite alla scrittura tradizionalista di García Márquez, agevolano il compito di chi si trova a tradurre Cien años de soledad in altre lingue. Quanto alla dimensione interculturale, se consideriamo la specificità del contatto fra il romanzo e il contesto italiano, anche in questo caso possiamo concludere che la traduzione non si rivela problematica. Tuttavia, la versione italiana di Enrico Cicogna (Feltrinelli, 1968) presenta alcune tendenze discutibili e incoerenti: da un lato tende a elevare il registro dell'originale, ingenuità traduttiva frequente in ambito letterario; dall’altro utilizza invece un approccio iperletterale, proponendo numerosi calchi, nel goffo intento di accentuare l’esotismo del testo.
“Cien años de soledad: lingua, stile e implicazioni traduttive”
BLINI L.
2013-01-01
Abstract
La lingua di Cien años de soledad è un territorio in gran parte ancora inesplorato. L'analisi condotta su alcuni aspetti del repertorio lessicale e dello stile del romanzo evidenzia una notevole semplicità e uniformità lessicale, sintattica e stilistica, da cui consegue un alto grado di leggibilità del testo. Inoltre, la variazione sociolinguistica risulta praticamente assente, vista la modesta presenza di forme marcate e di ispanoamericanismi. Tali caratteristiche, unite alla scrittura tradizionalista di García Márquez, agevolano il compito di chi si trova a tradurre Cien años de soledad in altre lingue. Quanto alla dimensione interculturale, se consideriamo la specificità del contatto fra il romanzo e il contesto italiano, anche in questo caso possiamo concludere che la traduzione non si rivela problematica. Tuttavia, la versione italiana di Enrico Cicogna (Feltrinelli, 1968) presenta alcune tendenze discutibili e incoerenti: da un lato tende a elevare il registro dell'originale, ingenuità traduttiva frequente in ambito letterario; dall’altro utilizza invece un approccio iperletterale, proponendo numerosi calchi, nel goffo intento di accentuare l’esotismo del testo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.