Il bisogno di interventi sul fronte dell’educazione alla partecipazione emerge innanzi tutto dalla frequenza con cui piani e programmi di sviluppo territoriale vengono definiti, anche per le sollecitazioni comunitarie, attraverso l’attivo coinvolgimento delle comunità destinatarie dell'intervento. In precedenti lavori (De Rubertis, 2010; D’Amico e De Rubertis, 2014; Pollice, 2012) è stata messa in discussione l’efficacia e talvolta finanche l’effettività dei processi partecipativi realizzati nella lunga stagione della cosiddetta programmazione integrata che, a partire dal ciclo di programma- zione 2000-2006 ha assunto una rilevanza veramente notevole per portata e valore economico dei progetti messi in campo (Governa, 2014; Bianchi e Casavola, 2008; Conti e Salone, 2011). In Puglia, in particolare, i processi partecipativi avrebbero dovuto garantire la costruzione di piani in grado di coordinare l’agire dei diversi attori, puntando a obiettivi che fossero condivisi almeno dai soggetti più direttamente coinvolti. Al momento, è difficile determinare come i meccanismi di partecipazione attivati abbiano funzionato (specialmente nei delicati momenti di costruzione delle vision), vista la difficoltà che si è incontrata nell’esaminare i relativi documenti e nel ricostruire l’iter procedurale. Netta è la sensazione che la preoccupazione più grande dei progettisti sia stata quella di mantenere alta la coerenza con la vision e gli obiettivi che, espressi a scala sovra-locale, potevano garantire l’opportunità di accedere ai finanziamenti.

S. Colazzo, S. De Rubertis, M. Labianca, S. Pollice, Un laboratorio di educazione alla partecipazione: una sperimentazione tra pedagogia e geografia

Patera S
2014-01-01

Abstract

Il bisogno di interventi sul fronte dell’educazione alla partecipazione emerge innanzi tutto dalla frequenza con cui piani e programmi di sviluppo territoriale vengono definiti, anche per le sollecitazioni comunitarie, attraverso l’attivo coinvolgimento delle comunità destinatarie dell'intervento. In precedenti lavori (De Rubertis, 2010; D’Amico e De Rubertis, 2014; Pollice, 2012) è stata messa in discussione l’efficacia e talvolta finanche l’effettività dei processi partecipativi realizzati nella lunga stagione della cosiddetta programmazione integrata che, a partire dal ciclo di programma- zione 2000-2006 ha assunto una rilevanza veramente notevole per portata e valore economico dei progetti messi in campo (Governa, 2014; Bianchi e Casavola, 2008; Conti e Salone, 2011). In Puglia, in particolare, i processi partecipativi avrebbero dovuto garantire la costruzione di piani in grado di coordinare l’agire dei diversi attori, puntando a obiettivi che fossero condivisi almeno dai soggetti più direttamente coinvolti. Al momento, è difficile determinare come i meccanismi di partecipazione attivati abbiano funzionato (specialmente nei delicati momenti di costruzione delle vision), vista la difficoltà che si è incontrata nell’esaminare i relativi documenti e nel ricostruire l’iter procedurale. Netta è la sensazione che la preoccupazione più grande dei progettisti sia stata quella di mantenere alta la coerenza con la vision e gli obiettivi che, espressi a scala sovra-locale, potevano garantire l’opportunità di accedere ai finanziamenti.
2014
apprendimento
partecipazione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14090/1425
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