The present article first appeared in a volume dedicated to Eça de Queiros, one of the most acclaimed Portuguese writers, which I edited and introduced and whose publication was sponsored by the Camoes Institute. Through a practical and theoretical approach to the author’s writings – which has obviously taken into account previous translations into Italian – it proposes the inclusion of a recent work in the contemporary canon of transpositions into this foreign language. For better illustrating the complexity of de Queiros texts another work by the same author – O Conde de Abranhos, which I edited with Lucio Sessa – was taken into consideration. Examples are then offered to show how philological precision must be accompanied, at any time, by the necessity to contextualize words with specific meanings, that is to relate words to their use in a particular historical time: the word “coco”, for instance, has erroneously been associated with a coconut sweet but recent studies have demonstrated that it was instead a cocoa pastry sold in the shops of XIX-century Lisbon. The article finally shows, then, how the role of the translator is fundamental in this reconstruction not only of the text but also of the context in which the work was produced and as “trans-lator” of meanings from one culture to another.

L'articolo presente all'interno di questo volume (da me curato e ampiamente introdotto che ha avuto il patrocinio dell'Instituto Camoes) ripercorre le motivazioni teoriche e pratiche per inserire un'opera queirosiana nel panorama della letteratura odierna tradotta in Italia, prendendo in esame le linee editoriali di traduzione portoghese, e, in particolare, le opere già tradotte di quello stesso autore, dalla critica considerato come uno dei più rilevanti scrittori del Portogallo. Si prende poi in esame la complessità della traduzione dei testi di Eça de Queiros, considerando con attenzione la traduzione da me curata insieme a Lucio Sessa dell'opera O Conde de Abranhos. Si focalizza poi l'attenzione su un esempio che ha messo in luce da un lato l'importanza del rigore filologico da parte del traduttore (che è chiamato innanzitutto ad accertarsi dell'edizione del testo da tradurre)e dall'altro la necessità di accompagnare fatti storici del periodo di cui si traduce il testo che possono aiutare a interpretare parole e frasi altrimenti intellegibili ("coco" interpretato da altri traduttori come dolce al cocco è invece un dolcetto al cacao con la forma di piccoli escrementi che veniva così chiamato in una particolare pasticceria di Lisbona dell'epoca dell'autore, rintracciata all'interno di antiche guide della città). Il lavoro del traduttore emerge quindi come colui che tras-portando da una cultura all'altra rende maggiormente comprensibile e più accessibile anche il contesto nel quale l'opera stessa fu prodotta, creata e tramandata.

Note traduttologiche queirosiane

RUSSO M
2007-01-01

Abstract

The present article first appeared in a volume dedicated to Eça de Queiros, one of the most acclaimed Portuguese writers, which I edited and introduced and whose publication was sponsored by the Camoes Institute. Through a practical and theoretical approach to the author’s writings – which has obviously taken into account previous translations into Italian – it proposes the inclusion of a recent work in the contemporary canon of transpositions into this foreign language. For better illustrating the complexity of de Queiros texts another work by the same author – O Conde de Abranhos, which I edited with Lucio Sessa – was taken into consideration. Examples are then offered to show how philological precision must be accompanied, at any time, by the necessity to contextualize words with specific meanings, that is to relate words to their use in a particular historical time: the word “coco”, for instance, has erroneously been associated with a coconut sweet but recent studies have demonstrated that it was instead a cocoa pastry sold in the shops of XIX-century Lisbon. The article finally shows, then, how the role of the translator is fundamental in this reconstruction not only of the text but also of the context in which the work was produced and as “trans-lator” of meanings from one culture to another.
2007
88-7853-089-1
L'articolo presente all'interno di questo volume (da me curato e ampiamente introdotto che ha avuto il patrocinio dell'Instituto Camoes) ripercorre le motivazioni teoriche e pratiche per inserire un'opera queirosiana nel panorama della letteratura odierna tradotta in Italia, prendendo in esame le linee editoriali di traduzione portoghese, e, in particolare, le opere già tradotte di quello stesso autore, dalla critica considerato come uno dei più rilevanti scrittori del Portogallo. Si prende poi in esame la complessità della traduzione dei testi di Eça de Queiros, considerando con attenzione la traduzione da me curata insieme a Lucio Sessa dell'opera O Conde de Abranhos. Si focalizza poi l'attenzione su un esempio che ha messo in luce da un lato l'importanza del rigore filologico da parte del traduttore (che è chiamato innanzitutto ad accertarsi dell'edizione del testo da tradurre)e dall'altro la necessità di accompagnare fatti storici del periodo di cui si traduce il testo che possono aiutare a interpretare parole e frasi altrimenti intellegibili ("coco" interpretato da altri traduttori come dolce al cocco è invece un dolcetto al cacao con la forma di piccoli escrementi che veniva così chiamato in una particolare pasticceria di Lisbona dell'epoca dell'autore, rintracciata all'interno di antiche guide della città). Il lavoro del traduttore emerge quindi come colui che tras-portando da una cultura all'altra rende maggiormente comprensibile e più accessibile anche il contesto nel quale l'opera stessa fu prodotta, creata e tramandata.
Eça de Queiros
Traduzione
Novecento portoghese
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14090/1587
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