Nell’articolo viene preso in esame il microcosmo dello scrittore e storico portoghese João de Barros (1496-1570) e dei primi strumenti linguistici da lui prodotti arricchiti in appendice da testi dialogici narrativi che hanno delineato e identificato ‘appartenenze’ ed ‘esclusioni’, creando una territorializzazione opposta al mondo ispanico con nuove prospettive ideologiche per l’universo lusitano. Il «venire in essere» della coscienza identitaria e culturale del Portogallo, come nazione che si identifica in contrapposizione alla realtà prossima e concettualmente opposta della Spagna, affiora nel momento in cui l’espansione, a seguito della circumnavigazione del continente africano (1498) e della scoperta del Brasile (1500), segna la necessità di offrire al mondo conosciuto strumenti linguistici che rendano il portoghese da un lato esportabile e insegnabile anche a genti che sino a quel momento non avevano mai contattato il mondo lusitano, e dall’altro rispettabile come il latino, fissabile in regole normative, meritevole di attenzione e necessaria da tradurre se si volevano scoprire i segreti del popolo dei navigatori atlantici. João de Barros nel redigere nel 1540 (prima quindi dell’epopea nazionale de Os Lusíadas di Luís de Camões) una Gramática da Língua Portuguesa (la seconda in ordine cronologico dopo quella di Fernão de Oliveira del 1536, ma la prima per coscienza dell’innovazione presentata), introduce in appendice un dialogo di tipo socratico moraleggiante (Dialogo em Louvor da nossa linguagem) che ha come obiettivo quello di dimostrare l’importanza della lingua portoghese nel mondo, utilizzato come facile forma di insegnamento linguistico e di trasmissione di essenziali contenuti sociali, con l’obiettivo di far comprendere la bellezza dell’appartenenza al popolo portoghese. Questo testo narrativo elaborato dialogicamente – così come l’intera grammatica e altri strumenti linguistici di João de Barros –, creato come rappresentazione di una precisa temporalità fatta di necessità e urgenze politiche, e strutturato secondo modi e forme codificati ma al contempo totalmente innovativi, esprime un momento costitutivo della presa di coscienza dell’identità nazionale portoghese, acquistando forza simbolica, trasmettendo carica ideologica e proiettando la dimensione di un piccolo Paese periferico europeo in un insieme di spazi inventato, solo appena immaginato, senza frontiere (difficilmente poi segnate nel tempo e proprio per questo facilmente perdute), dalla dimensione internazionale, lasciando alla lingua (elemento affidato all’oralità prima che alla scrittura) la prerogativa del vero luogo culturale nazionale lusitano, il cui tramaglio di rapporti (definiti da un legame prevalentemente equoreo) determina quella solidarietà trasnazionale che farà della nazione portoghese una terra senza margini, più o meno ferma sulle soglie dei continenti africano, asiatico e brasiliano, riunita attorno a questa comunanza linguistica.

La rappresentazione dell'universo portoghese nello spazio dialogico-narrativo dell'opera linguistica di João de Barros

RUSSO M
2013-01-01

Abstract

Nell’articolo viene preso in esame il microcosmo dello scrittore e storico portoghese João de Barros (1496-1570) e dei primi strumenti linguistici da lui prodotti arricchiti in appendice da testi dialogici narrativi che hanno delineato e identificato ‘appartenenze’ ed ‘esclusioni’, creando una territorializzazione opposta al mondo ispanico con nuove prospettive ideologiche per l’universo lusitano. Il «venire in essere» della coscienza identitaria e culturale del Portogallo, come nazione che si identifica in contrapposizione alla realtà prossima e concettualmente opposta della Spagna, affiora nel momento in cui l’espansione, a seguito della circumnavigazione del continente africano (1498) e della scoperta del Brasile (1500), segna la necessità di offrire al mondo conosciuto strumenti linguistici che rendano il portoghese da un lato esportabile e insegnabile anche a genti che sino a quel momento non avevano mai contattato il mondo lusitano, e dall’altro rispettabile come il latino, fissabile in regole normative, meritevole di attenzione e necessaria da tradurre se si volevano scoprire i segreti del popolo dei navigatori atlantici. João de Barros nel redigere nel 1540 (prima quindi dell’epopea nazionale de Os Lusíadas di Luís de Camões) una Gramática da Língua Portuguesa (la seconda in ordine cronologico dopo quella di Fernão de Oliveira del 1536, ma la prima per coscienza dell’innovazione presentata), introduce in appendice un dialogo di tipo socratico moraleggiante (Dialogo em Louvor da nossa linguagem) che ha come obiettivo quello di dimostrare l’importanza della lingua portoghese nel mondo, utilizzato come facile forma di insegnamento linguistico e di trasmissione di essenziali contenuti sociali, con l’obiettivo di far comprendere la bellezza dell’appartenenza al popolo portoghese. Questo testo narrativo elaborato dialogicamente – così come l’intera grammatica e altri strumenti linguistici di João de Barros –, creato come rappresentazione di una precisa temporalità fatta di necessità e urgenze politiche, e strutturato secondo modi e forme codificati ma al contempo totalmente innovativi, esprime un momento costitutivo della presa di coscienza dell’identità nazionale portoghese, acquistando forza simbolica, trasmettendo carica ideologica e proiettando la dimensione di un piccolo Paese periferico europeo in un insieme di spazi inventato, solo appena immaginato, senza frontiere (difficilmente poi segnate nel tempo e proprio per questo facilmente perdute), dalla dimensione internazionale, lasciando alla lingua (elemento affidato all’oralità prima che alla scrittura) la prerogativa del vero luogo culturale nazionale lusitano, il cui tramaglio di rapporti (definiti da un legame prevalentemente equoreo) determina quella solidarietà trasnazionale che farà della nazione portoghese una terra senza margini, più o meno ferma sulle soglie dei continenti africano, asiatico e brasiliano, riunita attorno a questa comunanza linguistica.
2013
Joao de Barros
grammaticografia portoghese
dialogo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14090/1624
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