Far from abdicating the vehement social critique that characterizes his early works, Eça de Queirós's late literary output appears rather as the point at which an unresolvable web of antinomian ideals converges. This is made very clear to us by Miguel Real and Ana Nascimento Piedade, who reject a dated interpretation of the writer's late tales, according to which they were written under the auspices of a revival of religious sentiment, which had been vigorously rejected until then; the scholars opt for an analysis that looks at the problematization of the literary message contained in the Contos, and associate it with a loss of faith in political and social commitment. Miguel Real, in particular, finds in Eça an abandonment of militancy that he finds, a century later, in José Saramago. In this paper, we place the lens on the short story Adão e Eva no paraíso, which we find extremely illustrative of the descending parabola of the Queirosian work, and compare it with Saramago's related Old Testament rereading, the novel Caim. Both works, albeit with obvious formal differences, are presented as a eulogy of the emancipation of human reason from faith; but while the elder Saramago does not abandon the livor in his attack on Christian worship that characterized his earlier works, Eça appears much more cautious, open and at times contradictory: is this a radical difference between the two writers or, rather, a different way of manifesting the same condition of senility? Let us opt for the second hypothesis, with the help of the critical literature.

Lungi dall’abdicare alla veemente critica sociale che caratterizza le sue prime opere, la produzione letteraria tardiva di Eça de Queirós appare piuttosto come il punto in cui converge un irrisolvibile intreccio di ideali antinomici. Ce lo spiegano molto chiaramente Miguel Real e Ana Nascimento Piedade, che rifiutano un’interpretazione datata dei racconti tardivi dello scrittore, secondo cui essi sarebbero stati scritti sotto l’egida di un risveglio del sentimento religioso, fino ad allora energicamente rifiutato; gli studiosi optano per un’analisi che guarda alla problematicizzazione del messaggio letterario contenuto nei Contos, e la associano a una perdita di fiducia nell’impegno politico e sociale. Miguel Real, in particolare, riscontra in Eça un abbandono della militanza che ritrova, a un secolo di distanza, in José Saramago. In questo lavoro, poniamo la lente sul racconto Adão e Eva no paraíso, che riteniamo estremamente esemplificativo della parabola discendente dell’opera queirosiana, e lo mettiamo a confronto con l’affine rilettura veterotestamentaria di Saramago, il romanzo Caim. Entrambe le opere, pure con evidenti differenze formali, si presentano come un elogio dell’emancipazione della ragione umana rispetto alla fede; ma mentre il Saramago anziano non abbandona il livore nell’attacco al culto cristiano che ha caratterizzato le sue opere precedenti, Eça appare molto più cauto, aperto e a tratti contraddittorio: si tratta di una differenza radicale tra i due scrittori o, piuttosto, di un modo differente di manifestare la medesima condizione di senilità? Optiamo per la seconda ipotesi, con l’aiuto della letteratura critica.

Riscrivendo la complessità. Due opere tardive di Eça de Queirós e José Saramago

FELICI MARIA SERENA
2016-01-01

Abstract

Far from abdicating the vehement social critique that characterizes his early works, Eça de Queirós's late literary output appears rather as the point at which an unresolvable web of antinomian ideals converges. This is made very clear to us by Miguel Real and Ana Nascimento Piedade, who reject a dated interpretation of the writer's late tales, according to which they were written under the auspices of a revival of religious sentiment, which had been vigorously rejected until then; the scholars opt for an analysis that looks at the problematization of the literary message contained in the Contos, and associate it with a loss of faith in political and social commitment. Miguel Real, in particular, finds in Eça an abandonment of militancy that he finds, a century later, in José Saramago. In this paper, we place the lens on the short story Adão e Eva no paraíso, which we find extremely illustrative of the descending parabola of the Queirosian work, and compare it with Saramago's related Old Testament rereading, the novel Caim. Both works, albeit with obvious formal differences, are presented as a eulogy of the emancipation of human reason from faith; but while the elder Saramago does not abandon the livor in his attack on Christian worship that characterized his earlier works, Eça appears much more cautious, open and at times contradictory: is this a radical difference between the two writers or, rather, a different way of manifesting the same condition of senility? Let us opt for the second hypothesis, with the help of the critical literature.
2016
Lungi dall’abdicare alla veemente critica sociale che caratterizza le sue prime opere, la produzione letteraria tardiva di Eça de Queirós appare piuttosto come il punto in cui converge un irrisolvibile intreccio di ideali antinomici. Ce lo spiegano molto chiaramente Miguel Real e Ana Nascimento Piedade, che rifiutano un’interpretazione datata dei racconti tardivi dello scrittore, secondo cui essi sarebbero stati scritti sotto l’egida di un risveglio del sentimento religioso, fino ad allora energicamente rifiutato; gli studiosi optano per un’analisi che guarda alla problematicizzazione del messaggio letterario contenuto nei Contos, e la associano a una perdita di fiducia nell’impegno politico e sociale. Miguel Real, in particolare, riscontra in Eça un abbandono della militanza che ritrova, a un secolo di distanza, in José Saramago. In questo lavoro, poniamo la lente sul racconto Adão e Eva no paraíso, che riteniamo estremamente esemplificativo della parabola discendente dell’opera queirosiana, e lo mettiamo a confronto con l’affine rilettura veterotestamentaria di Saramago, il romanzo Caim. Entrambe le opere, pure con evidenti differenze formali, si presentano come un elogio dell’emancipazione della ragione umana rispetto alla fede; ma mentre il Saramago anziano non abbandona il livore nell’attacco al culto cristiano che ha caratterizzato le sue opere precedenti, Eça appare molto più cauto, aperto e a tratti contraddittorio: si tratta di una differenza radicale tra i due scrittori o, piuttosto, di un modo differente di manifestare la medesima condizione di senilità? Optiamo per la seconda ipotesi, con l’aiuto della letteratura critica.
Eça de Queirós, José Saramago, Old Testament
Eça de Queirós, José Saramago, Antico Testamento
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14090/3421
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