A partire dal 2011, quando Henning Kagermann, Wolf-Dieter Lukas e Wolfgang Wahlster parlarono per la prima volta di Zukunftsprojekt Industrie 4.0, il tema dei caratteri del capitalismo maturo (in altri contesti definito anche “Quarta Rivoluzione Industriale”) e delle sue peculiarità legate alla tecnologizzazione della vita sociale tutta ha suscitato sempre maggiore interesse sia nel mondo accademico (Fraunhofer-Gesellschaft, Politecnico di Milano) che in quello delle società di consulenza (McKinsley, BCG, PWC). Se per le società di consulenza l’obiettivo è quello di comprendere le implicazioni economiche del fenomeno, per il mondo accademico la sfida è ben più complessa. Si trattava di individuare le forme di continuità e di cambiamento di questa nuova fase del capitalismo e di comprendere e prevedere le conseguenze sociali dell’avanzamento tecnologico del sistema di produzione.Se, infatti, la prima e la seconda fase del capitalismo hanno introdotto rispettivamente la macchina a vapore, l’elettricità e l’uso di prodotti chimici e petroliferi nel sistema di produzione, è con la terza fase che ha inizio l’uso sempre più incrementale dei sistemi elettronici, delle telecomunicazioni e dell’informatica, segnando il passaggio dall’era del meccanico e dell’analogico all’era digitale. La quarta fase di questo capitalismo maturo che stiamo vivendo in questi anni sta cercando di introdurre “sistemi cyber-fisici” (CPS) nei processi industriali con l’obiettivo giungere ad uno smart manufacturing che parta da una smart workforce inserita in un vasto sistema di network.Si tratta di una nuova fase del capitalismo in cui la tecnologia sta contribuendo ad una ridefinizione dell’individuo, causando al contempo una profonda trasformazione dei sistemi culturali, fisiologici e biologici su cui poggia la società stessa. In questo contesto occorre dunque interrogarsi su chi siano i principali attori e i principali destinatari del cambiamento. Gli economisti li definiscono “smart people”, ma cosa indica questo termine in prospettiva sociologica? Cosa vogliono questi individui? Come agiscono? L’azione di questi nuovi attori sociali sta trasformando radicalmente l’aspetto delle nostre società e sta rivoluzionando i concetti di “proprietà”, di “mercato”, e di “domanda e offerta”, da sempre pietre miliari e punti fermi del capitalismo come l’abbiamo sempre conosciuto. Alla luce di questi aspetti si cercherà dunque di capire come queste dinamiche impattino sull’ordine sociale esistente e quali implicazioni ne derivino per la teoria sociologica.Le trasformazioni che questi individui stanno apportando al sistema non rimangono però libere da paradossi e contraddizioni: si pensi alla relazione inversa tra la maggiore volontà di mettere l’individuo come parte di una comunità al centro del sistema e l’incessante sviluppo tecnologico odierno che sta progressivamente ponendo la tecnologia al centro del sistema sociale; oppure la contraddizione tra la complicazione tecnologica e la semplificazione della sfera spiritualedell’individuo in un apparente senso di coinvolgimento nello sviluppo innovativo di tecnica e ambiente, che però rimane appunto apparente.
Prosumerismo e tecnocapitalismo. Prospettive e criticità
romina gurashi
2019-01-01
Abstract
A partire dal 2011, quando Henning Kagermann, Wolf-Dieter Lukas e Wolfgang Wahlster parlarono per la prima volta di Zukunftsprojekt Industrie 4.0, il tema dei caratteri del capitalismo maturo (in altri contesti definito anche “Quarta Rivoluzione Industriale”) e delle sue peculiarità legate alla tecnologizzazione della vita sociale tutta ha suscitato sempre maggiore interesse sia nel mondo accademico (Fraunhofer-Gesellschaft, Politecnico di Milano) che in quello delle società di consulenza (McKinsley, BCG, PWC). Se per le società di consulenza l’obiettivo è quello di comprendere le implicazioni economiche del fenomeno, per il mondo accademico la sfida è ben più complessa. Si trattava di individuare le forme di continuità e di cambiamento di questa nuova fase del capitalismo e di comprendere e prevedere le conseguenze sociali dell’avanzamento tecnologico del sistema di produzione.Se, infatti, la prima e la seconda fase del capitalismo hanno introdotto rispettivamente la macchina a vapore, l’elettricità e l’uso di prodotti chimici e petroliferi nel sistema di produzione, è con la terza fase che ha inizio l’uso sempre più incrementale dei sistemi elettronici, delle telecomunicazioni e dell’informatica, segnando il passaggio dall’era del meccanico e dell’analogico all’era digitale. La quarta fase di questo capitalismo maturo che stiamo vivendo in questi anni sta cercando di introdurre “sistemi cyber-fisici” (CPS) nei processi industriali con l’obiettivo giungere ad uno smart manufacturing che parta da una smart workforce inserita in un vasto sistema di network.Si tratta di una nuova fase del capitalismo in cui la tecnologia sta contribuendo ad una ridefinizione dell’individuo, causando al contempo una profonda trasformazione dei sistemi culturali, fisiologici e biologici su cui poggia la società stessa. In questo contesto occorre dunque interrogarsi su chi siano i principali attori e i principali destinatari del cambiamento. Gli economisti li definiscono “smart people”, ma cosa indica questo termine in prospettiva sociologica? Cosa vogliono questi individui? Come agiscono? L’azione di questi nuovi attori sociali sta trasformando radicalmente l’aspetto delle nostre società e sta rivoluzionando i concetti di “proprietà”, di “mercato”, e di “domanda e offerta”, da sempre pietre miliari e punti fermi del capitalismo come l’abbiamo sempre conosciuto. Alla luce di questi aspetti si cercherà dunque di capire come queste dinamiche impattino sull’ordine sociale esistente e quali implicazioni ne derivino per la teoria sociologica.Le trasformazioni che questi individui stanno apportando al sistema non rimangono però libere da paradossi e contraddizioni: si pensi alla relazione inversa tra la maggiore volontà di mettere l’individuo come parte di una comunità al centro del sistema e l’incessante sviluppo tecnologico odierno che sta progressivamente ponendo la tecnologia al centro del sistema sociale; oppure la contraddizione tra la complicazione tecnologica e la semplificazione della sfera spiritualedell’individuo in un apparente senso di coinvolgimento nello sviluppo innovativo di tecnica e ambiente, che però rimane appunto apparente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.