Figura di spicco nella sinologia italiana del ‘900, Giovanni Vacca (1872-1953) è noto come professore di cinese dell’Università Sapienza di Roma, matematico, storico della scienza, divulgatore di cose cinesi al ritorno dal suo viaggio di esplorazione in Cina nel 1907-1908 , studioso di filosofie orientali. Poco si conosce del suo ruolo di traduttore e, quindi, di quanta parte della letteratura cinese abbia provato a rendere in italiano per farla conoscere a un pubblico più ampio che non la cerchia di sinologi e ricercatori. Questo articolo si propone di illustrare l’attività di Vacca traduttore dal cinese attraverso lo studio di documenti manoscritti e dattiloscritti, spesso in forma di appunti e note sparse. L’attività di traduttore di Vacca segue in parte il percorso tracciato dai suoi predecessori e maestri: C. Puini (1839-1924), A. Andreozzi (1821-1994), L. Nocentini (1849-1910), G. Senes (1850-1920), soprattutto per quanto riguarda la narrativa . Questi illustri studiosi e pionieri della sinologia italiana avevano, infatti, tradotto, fra le altre cose, novelle cinesi di epoca Tang (618-907) e Ming (1368-1644). E tuttavia la percentuale di opere letterarie tradotte dai sinologi italiani all’inizio del Novecento, rispetto alle traduzioni di opere filosofiche, lasciava molto a desiderare . Se l’opera di Vacca fosse stata più organica, più puntuale, e più determinata tanto da arrivare alle stampe, probabilmente lo scenario della letteratura cinese in Italia nella prima metà del Novecento sarebbe stato, anche se in minima parte, più ampio e meno parziale. Questo articolo vuole restituire merito all’opera di un traduttore che è rimasta intrappolata fra le carte sparse del suo archivio personale.
Giovanni Vacca traduttore dal cinese
LIOI T
2021-01-01
Abstract
Figura di spicco nella sinologia italiana del ‘900, Giovanni Vacca (1872-1953) è noto come professore di cinese dell’Università Sapienza di Roma, matematico, storico della scienza, divulgatore di cose cinesi al ritorno dal suo viaggio di esplorazione in Cina nel 1907-1908 , studioso di filosofie orientali. Poco si conosce del suo ruolo di traduttore e, quindi, di quanta parte della letteratura cinese abbia provato a rendere in italiano per farla conoscere a un pubblico più ampio che non la cerchia di sinologi e ricercatori. Questo articolo si propone di illustrare l’attività di Vacca traduttore dal cinese attraverso lo studio di documenti manoscritti e dattiloscritti, spesso in forma di appunti e note sparse. L’attività di traduttore di Vacca segue in parte il percorso tracciato dai suoi predecessori e maestri: C. Puini (1839-1924), A. Andreozzi (1821-1994), L. Nocentini (1849-1910), G. Senes (1850-1920), soprattutto per quanto riguarda la narrativa . Questi illustri studiosi e pionieri della sinologia italiana avevano, infatti, tradotto, fra le altre cose, novelle cinesi di epoca Tang (618-907) e Ming (1368-1644). E tuttavia la percentuale di opere letterarie tradotte dai sinologi italiani all’inizio del Novecento, rispetto alle traduzioni di opere filosofiche, lasciava molto a desiderare . Se l’opera di Vacca fosse stata più organica, più puntuale, e più determinata tanto da arrivare alle stampe, probabilmente lo scenario della letteratura cinese in Italia nella prima metà del Novecento sarebbe stato, anche se in minima parte, più ampio e meno parziale. Questo articolo vuole restituire merito all’opera di un traduttore che è rimasta intrappolata fra le carte sparse del suo archivio personale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.