Echi calviniani in Eucalyptus di Murray Bail: dialoghi silvestri e potere della lingua

Embarking on the analytical journey from the concept of intertextuality, recognized as an indispensable cornerstone for probing the intricate interwoven fabric and innate complex stratification of literary texts, this article explores the intertextual connection between Murray Bail’s Eucalyptus and Italo Calvino’s Il barone rampante. The proposed inquiry centers on the adept utilization of language as a catalyst for forging links between the natural and human realms, as well as a tool for spatial appropriation and identity assertion. The continual osmosis between narrative and arboreal environment in both novels will unveil the inexhaustible capacity of writing and nature to perpetuate and regenerate infinitely, thus offering an extraordinary perspective on the perennial rebirth of life and literary creativity.

Inaugurando il percorso analitico dalla nozione di intertestualità, considerata una pietra angolare ineludibile per sondare l'intrecciato reticolato e la innata intricata stratificazione dei testi letterari, l’articolo esplora la connessione intertestuale tra Eucalyptus di Murray Bail e Il barone rampante di Italo Calvino. L’indagine proposta si concentra sull’abile utilizzo della lingua quale catalizzatore di legami tra il regno naturale e quello umano, oltre che come strumento di appropriazione dello spazio e manifestazione identitaria. La costante osmosi tra narrazione e ambiente arboreo, in entrambi i romanzi, lascerà emergere l’inesauribile capacità della scrittura e della natura di perpetuarsi e rigenerarsi all’infinito, offrendo così una prospettiva straordinaria sulla perenne rinascita della vita e della creatività letteraria.